Città della Pieve, il 25 e 26 ottobre, ha ospitato studiosi italiani e non per un confronto sulle innovazioni riguardo alle problematiche legate all’ictus: ictus e donna, complicanze nella prognosi a lungo temine, ruolo della riabilitazione, con particolare riferimento alle numerose ed efficienti innovazioni robotiche.
L’ictus è la prima causa di disabilità nel mondo, ma la mortalità è calata del 30% grazie alla migliore informazione, alla prevenzione e all’accesso alle Stroke Unit.
La prevenzione e la velocità nell’intervento entro le prime ore dall’evento in unità specializzate porta ingenti benefici e risparmi economici sia diretti (sanitari) sia indiretti (sociali, lavorativi).
A.L.I.Ce., è stato ribadito più volte, lavora a che l’accesso alle Stroke Unit sia maggiormente uniforme sul territorio nazionale, come pure le informazioni sulle cure e le innovazioni sul recupero.
L’ictus è un evento che cambia totalmente la vita, nulla è più come prima né per il paziente né per i familiari. Spesso si ha bisogno degli altri per sopravvivere ancora.
Le donne hanno una vita media maggiore degli uomini e poiché l’incidenza dell’ictus aumenta con l’età sono in numero superiore le colpite da ictus. Si presume che nel 2050 l’ictus sia del 50/% maggiore nelle donne che non negli uomini. Nella donna i principali fattori di rischio sono: la fibrillazione atriale e l’ipertensione arteriosa; nell’uomo: le cardiopatie, l’infarto miocardico, l’arteriopatia periferica, il diabete, l’uso di alcol e tabacco.
L’ictus quando viene alle donne se ne occupano le donne, quando ad essere colpiti sono gli uomini se ne occupano sempre le donne; infatti dal 59% al 75% di caregiver, sono familiari donne che svolgono gratuitamente un lavoro di «cura invisibile», quasi sempre ignorato nel nostro Paese.
In Italia le donne spesso si fanno carico di compiti che in altri Paesi sono svolti da strutture pubbliche e scontano conseguenze, ancora sottovalutate, nel mondo del lavoro, ma anche sulla propria salute.
La conferma del ruolo di supplenza svolto dalle famiglie, in particolare da madri, mogli e figlie, a fronte di un Welfare sempre più carente, arriva dal 46° Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Sarebbe auspicabile non lasciare che l’onere completo della cura cada su una sola persona!
Se nella fase acuta della malattia il paziente viene preso in carico dall’ospedale, in quella cronica è lasciata alla famiglia la responsabilità di decidere sul da farsi per il futuro.
In ospedale sono le Stroke Unit le deputate ad occuparsi delle persone colpite da ictus nelle diverse fasi della malattia:
– Stroke Unit Acuta: ricovero in fase acuta, dimissione precoce (entro 7 giorni)
– Stroke Unit Riabilitativa: ricovero in fase post-acuta (dopo circa 7 giorni dall’evento o più), l’obiettivo principale è la riabilitazione
– Stroke Unit “Comprehensive” ( “acuta” e “riabilitativa”): ricovero in fase acuta ma che fornisce riabilitazione per diverse settimane se necessario
– Stroke Team mobile: gruppo multidisciplinare che fornisce assistenza nelle diverse degenze ordinarie
– Unità Riabilitativa mista: gruppo multidisciplinare (con infermieri specializzati) in un reparto di riabilitazione generale
Altro tema di grande interesse trattato all’interno del convegno l’impiego della robotica nella fase riabilitativa. Negli ultimi anni sono stati testati numerosi apparecchi in grado di intervenire nelle diverse disabilità con risultati apprezzabili a fronte di una spesa non esagerata.
Sistemi robotici e macchine per il miglioramento della qualità della vita di anziani e disabili, attraverso l’incremento della indipendenza personale; sistemi meccatronici indossabili che eseguono lo stesso tipo di movimento svolto dal paziente e nei quali l’interfaccia uomo-macchina è estesa a tutto l’arto (o alla parte di esso) di interesse clinico ed il numero di gradi di libertà della macchina è uguale a quello delle articolazioni sulle quali la terapia riabilitativa ha l’obiettivo di intervenire.
All’interno delle due giornate i congressisti hanno avuto anche modo di assaporare momenti di piacevole intrattenimento grazie alla preziosa collaborazione ed alla disponibilità della giornalista Mara Parmegiani e dello scenografo Daniele Nannuzzi, che hanno ricostruito anni di storia della moda italiana e dello stile femminile internazionale.
Altro evento caratteristico ed apprezzato è stato l’annullo postale su cartolina realizzata dal pittore locale Marco Mario Marroni, che ha voluto fare dono della sua opera ad A.L.I.Ce. Città della Pieve.