Il 10 marzo le classi quinte dell’Istituto, Liceo e Professionale per i Servizi Commerciali, hanno incontrato, presso la Sala Sant’Agostino, i responsabili AVIS dott. Paolo Angori e Serenella Peciotti. Il dott. Angori, ad una platea motivata ed interessata, ha ricordato che dovere di cittadinanza è l’attenzione a chi ha bisogno, il donatore quindi non è assolutamente un eroe sebbene il gesto del dono è altamente importante.
Incontri come questo, prosegue il dottore, promuovono la cultura della solidarietà e del dono, educano alla salute ed a corretti stili di vita, testimoniano i valori di solidarietà, anonimato, gratuità; tra gli obiettivi: la qualità, la sicurezza, l’autosufficienza. Ed ora qualche cifra: l’AVIS dell’Umbria nel 2013 ha fatto registrare 32.665 donazioni, Città della Pieve 615; soci donatori in Umbria sono 42.231, a Città della Pieve 852, mancano ancora, nella nostra regione, 5.000 donazioni per l’autosufficienza. Il donatore di sangue con la propria azione dona globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, plasma. Andare a donare è un gesto nobile ma, è bene ricordarlo, permette di controllare anche la propria salute. A 18 anni si diventa maggiorenni, si vota, si prende la patente e, non dimentichiamolo, si diventa cittadini consapevoli.
Naturalmente, accanto alla donazione di sangue, i giovani presenti sono stati sensibilizzati al dono del midollo osseo, degli organi, del cordone ombelicale.
Per la donazione degli organi è possibile comunicare la propria disponibilità anche al momento della richiesta della carta d’identità. Chi si iscrive per la donazione del midollo sappia che ultimamente è utilizzabile una macchina per aferesi, cioè per il prelievo di cellule staminali dal braccio come per il sangue. Per il cordone ombelicale, ricchissimo di cellule staminali, è opportuno che la donna in stato di gravidanza manifesti al proprio ginecologo l’intenzione di donare; le staminali da cordone ombelicale una volta tipizzate vengono congelate e quindi trapiantate, all’occasione.
Sono più di 80 le patologie trattate con le cellule staminali del sangue cordonale.
Chi scrive è una donatrice e vuol ricordare che qualunque siano i motivi che spingono a donare l’importante è arrivare fino in fondo. Quando, la mattina, ti presenti per la donazione ti meravigli di quanta gente si offre al dono del sangue; in fondo in fondo hai anche un po’ paura ma quando tutto è finito ti rendi conto di quale gesto meraviglioso hai compiuto, di quanta gente puoi salvare anche con una piccola quantità del tuo sangue. Così ti senti una persona migliore perché hai fatto un gesto che ha contribuito al benessere di altri, non soltanto dei malati ma anche dei loro familiari che ti saranno eternamente grati, anche se il dono del sangue è anonimo per il trasfuso. Personalmente è stata un’esperienza fantastica che sicuramente ripeterò perché, il sapere che il mio gesto può aver salvato la vita di qualcuno, mi ha fatto stare bene con me stessa. Mi piace anche rivolgere un ringraziamento speciale a tutte le persone che si occupano del donatore perché fanno di tutto per metterlo a proprio agio, lo “coccolano”, sopratutto se è la prima volta e se capiscono che ha un po’ di paura. Il mio quindi è un invito ad entrare tra la folta, ma mai sufficiente, schiera dei donatori.
Mariagrazia Costantini