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TrasiMenoAlcol – Se guido, non bevo – l’interesse del Presidio del “Calvino”

Pubblicato da il 3 Maggio 2016

immagine TrasiMenoAlcol-001

Il Presidio del Volontariato “Insieme si può” dell’Istituto di Istruzione Superiore “Italo Calvino” di Città della Pieve ha manifestato l’interesse per il Progetto TrasiMenoAlcol “Se guido, non bevo” voluto da Zona Sociale n° 5, USL  Umbria 1 e CeSVol Perugia. Per questo ha voluto svolgere un’attività di formazione tenuta dagli operatori del Sert (USL) di Magione,  a Città della Pieve presso la sede del Gruppo Ecologista “Il Riccio”, in vista della collaborazione alla diffusione del Progetto, che punta alla sensibilizzazione dei gestori di locali, bar e centri di aggregazione, rispetto alla corretta somministrazione di bevande alcoliche. La guida in stato di ebrezza è ancora oggi causa di elevata mortalità, diffusa è l’opinione killer secondo la quale se bevo, ma non sono ubriaco posso guidare. È appunto lo stato di ebrezza che inganna in quanto la percezione delle capacità è alta ma la capacità di riflessi è già bassa.

É sempre bene ricordare che tutte le attività che richiedono attenzione vanno fatte ad alcol zero. L’alcol, come molte altre sostanze, è a piacere immediato e a dispiacere differito. L’iniziativa  TrasiMenoAlcol si sta diffondendo tra gli otto Comuni del Trasimeno, cinque dei quali: Castiglione del Lago, Magione, Panicale, Città della Pieve, Piegaro hanno già approvato la delibera che riconosce il patrocinio a feste ed iniziative solo a  chi aderisce a TrasiMenoAlcol; gli altri tre: Passignano, Tuoro, Paciano  hanno già manifestato interesse per l’iniziativa e sono in fase di approvazione.  Alle Sagre è ben accetta l’iniziativa di distribuzione del braccialetto, predisposto appositamente dagli organizzatori e consegnato gratuitamente agli esercenti,  che devono a loro volta consegnarlo a chi guida con esplicito invito ad astenersi dall’alcol. I guidatori, dalla loro parte, accettano la consegna e ne riconoscono la validità. Ora occorre diffondere l’iniziativa nei bar dove spesso viene manifestata  reticenza. Il messaggio che deve passare è non se sono ubriaco non guido, ma se bevo non guido in quanto avendo bevuto mi sento in un modo, ma in realtà sono in un altro.Oggi essere sobri alla guida è ancora più importante in quanto le regole stradali e quindi le pene per chi è alla guida in stato di ebrezza si sono inasprite e di molto. Sarebbe bene introdurre uno stile diverso di divertimento, promuovere per esempio cocktail analcolici che sono comunque molto buoni; far passare l’assunto che chi beve non guida, non quello secondo il quale chi guida beve meno. Gli incidenti capitano soprattutto ai bevitori occasionali, bastano pochi bicchieri per avere, per esempio, una visione a tunnel, cioè solo frontale, pericolosissima per chi guida. È importante il coinvolgimento degli esercenti di  bar e di altri locali pubblici. È bene ricordare che, contrariamente a quanto si pensa, l’alcol non è un alimento. Occorre far passare modelli di divertimento diversi da “NO Martini, NO party”.  Anche se oggi il problema alcol più grave risulta essere legato ai giovanissimi, il 20% del bere è mattutino, quindi non legato al divertimento, ma utilizzato per placare ansie e paure, in poche parole uno pseudo-ansiolitico. Anche in questo caso bisogna ricordare che il malessere non si risolve con alcol  o sostanze stupefacenti che anzi aggravano e di molto la situazione, ma deve essere affrontato diversamente. Da ricordare altresì che l’alcol potenzia lo stato d’animo momentaneo del bevitore, per esempio se arrabbiato potenzia la violenza. È necessario lavorare con i locali del divertimento, far capire che ci si può divertire senza alcol. Qualsiasi informazione sui sistemi di smaltimento rapido dell’alcol, tipo acqua, caffè con limone, pane, olio, vomito, doccia fredda e quant’altro, sono credenze assolutamente infondate ed a volte anche pericolose. Per esempio in caso di coma etilico è assolutamente necessario chiamare subito il 118 in quanto qualsiasi rimedio “casalingo” è sempre rischiosissimo. È bene ribadire l’importanza dell’informazione, soprattutto nelle scuole, l’importanza  dell’educazione inversa, il figlio che educa la famiglia, diffondendo le informazioni ricevute.

 Per il Presidio del Volontariato “Insieme si può”

 Anisa Meca e  Ivonne Fuschiotto

 

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