Il Gruppo Ecologista “Il Riccio”, Associazione di Volontariato di matrice ambientale, con sede a Città della Pieve, è venuto da poco a conoscenza della volontà, da parte della Vetreria Cooperativa Piegarese (VCP), già proprietaria di due ciminiere attive, di investire in un nuovo impianto industriale, che si vorrebbe realizzare a soli 2000 mt circa dalla fabbrica esistente, ubicata nei pressi di Piegaro.
L’Associazione sente il dovere di esprimere un proprio parere in merito e di richiamare l’attenzione delle Istituzioni tutte sulla vicenda, poiché la nuova fabbrica si andrebbe ad inserire in un territorio, la Valnestore, già fortemente provato in materia di inquinamento ambientale. L’inchiesta della Magistratura, che indaga nell’area della vecchia centrale Enel, e che non si è ancora conclusa, ci suggerisce una criticità ambientale ormai accertata, causata da fumi ed interramenti inquinanti che si sono protratti per decenni e che oggi richiedono un delicato intervento di bonifica dell’area; ben 255 ettari sono sotto sequestro del NOE di Perugia su ordine della Procura della Repubblica. Perfino il fiume Nestore, da cui la vallata prende il nome, non gode di buona salute, gli ultimi monitoraggi effettuati dall’Arpa evidenziano forti alterazioni sia a carico delle comunità biologiche che dei parametri chimico-fisici di base, in netto contrasto con la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60 CE. Senza dimenticare l’inquinamento scaturito dal traffico veicolare indotto, si tratterebbe di 114 camion al giorno solo tra la vetreria esistente e quella in progetto. La seconda vetreria si stima possa portare 80 posti di lavoro, ma a quale prezzo?
Una quarta ciminiera nella vallata, l’incremento delle emissioni da traffico pesante, le acque di raccolta indirizzate nel fiume Nestore, con le dovute incognite, ed un laghetto naturale, alimentato direttamente dalla falda con una capacità di 15.000 mc, che sarà invece destinato al raffreddamento dei circuiti chiusi dei nuovi impianti. La situazione complessiva desta non poca apprensione e ci chiediamo pertanto se attivare un’ulteriore industria, potenzialmente impattante, sia la scelta migliore per la salute pubblica, attualmente invalidata da un preoccupante tasso di incidenza tumorale, che pone la Valnestore, e Piegaro in particolare, ai primi posti in Umbria.
L’area individuata per la nuova vetreria è la zona industriale della Potassa, peraltro adiacente il centro abitato di Tavernelle, luogo di interramento di ceneri industriali, come denunciato da Comitati e Associazioni ambientaliste, e che si dimostra, anche per questo motivo, area poco indicata ad ospitare una quarta ciminiera. Tra l’altro, come noto ormai da decenni, il posizionamento di ciminiere nelle valli, a causa della scarsa ventilazione, impedisce un’adeguata dispersione dei fumi, che per forza di cose andrebbero a ricadere nel raggio di pochi chilometri, ovvero su tutte le località limitrofe. Non trascurabile è lo stesso impatto visivo, già decisamente compromesso da vecchi capannoni industriali di privati e dai nuovi depositi della stessa VCP, di recente costruzione, e, a nostro avviso, non adeguatamente camuffati, ai quali la nuova ciminiera e corpo di fabbrica, darebbe maggiore risalto. Già oggi la visione dalle alture e dai preziosi Borghi del territorio, che si affacciano sulla valle, non è delle migliori, anche a causa di un’incomprensibile distribuzione di aree industriali, a macchia di leopardo, intorno al centro abitato di Tavernelle, talune abbandonate e consolidate, con il passar del tempo, come simboli eretti al degrado urbano. Echeggiano ancora nitide le voci delle Istituzioni Comunali e non solo, che hanno promesso ai cittadini, ed alla Valnestore, martoriata dalle vicende giudiziarie, che il territorio in questione ha già dato e mai più si sarebbero costruite ciminiere nella valle, anche per questo, la notizia ci copre di sconcerto lasciandoci attoniti. Autorizzare il progetto della Vetreria Cooperativa Piegarese, sarebbe un modo piuttosto atipico e discutibile scientificamente, per Regione e Comuni interessati, di ripristinare la salubrità, di mettere in sicurezza l’area e di iniziare il necessario percorso di bonifica. Concludendo si chiede ai Comuni di Panicale e Piegaro ma anche e soprattutto alla Regione Umbria, incaricata proprio in questi giorni di vagliare il progetto e di valutarne la VIA, di tenere debitamente in considerazione che il sistema economico si trova all’interno di un più ampio sistema ecologico e, pur usufruendo delle sue risorse naturali e dei suoi servizi eco-sistemici, deve rispettarne regole di funzionamento e limiti fisici, biologici e climatici, di ponderare adeguatamente il caso, dimostrando sensibilità ed interesse per un territorio compromesso, la cui tutela e l’attuazione del Principio di Precauzione è, a nostro avviso, un obbligo. Il Gruppo Ecologista pievese ovviamente non rimarrà inerte e verificherà il procedere della vicenda.