Un incontro quello organizzato dal Gruppo Ecologista “Il Riccio” di Città della Pieve, in collaborazione con la Biblioteca Francesco Melosio, sull’Umbria Occidentale, di indubbio interesse. Il relatore Angelo Barili, naturalista e curatore delle collezioni zoologiche della Galleria di Storia Naturale del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici – CAMS dell’Università degli Studi di Perugia, noto da anni a Città della Pieve, anche per essere stato uno degli organizzatori del Museo di Storia Naturale e del Territorio di Palazzo Corgna, ha saputo catturare l’attenzione della platea. Una piacevole dissertazione sulla storia del territorio che è andata ben oltre, arrivando all’origine della storia, con il supporto di una presentazione multimediale ricca e particolare e grazie alla capacità oratoria del relatore; Angelo Barili si ascolta sempre volentieri per la chiarezza nell’esposizione e soprattutto per le conoscenze e competenze. Le sue “lezioni” fanno capire che non si finisce mai di imparare anche perché le scoperte scientifiche e l’ausilio della tecnica aggiornano continuamente le informazioni, sfatano miti e preconcetti, aggiungono tasselli. Seguendo il suo parlare si è portati a scoprire e riscoprire, avvicinare realtà molto distanti nel tempo e nello spazio, si alimenta il desiderio di sapere, la curiosità su ambiti differenti ma concomitanti. Le immagini stupende di realtà naturali più o meno antropizzate hanno fatto ricordare ai partecipanti, se ce ne fosse stato bisogno, il privilegio di vivere in un ambiente multiforme, di pregio ed interesse, che spesso si è portati a sottovalutare.
Una lezione, in modo indiretto, sulla salvaguardia e sul rispetto di tutto e di tutti.
Gli intervenuti all’evento sono usciti, ed era un giudizio pressoché unanime, non solo arricchiti ma ancor più consapevoli che “il mondo” è un meraviglioso concatenarsi di eventi e di vicende che spingono a guardarlo con occhi diversi, a rispettarlo, a salvaguardarlo.
La storia della natura, del mondo è anche la storia dell’uomo e delle sue innumerevoli migrazioni. Abbiamo avuto conferma che la nostra sciocca e presunta supremazia di occidentali non è affatto reale. Tutto quello che abbiamo viene da lontano non solo nel tempo ma anche nello spazio, le ultime scoperte scientifiche lo confermano inequivocabilmente. Oltre il 90% di tutti gli alimenti base della cucina umbra e di tutte le altre cucine regionali d’Italia e d’Europa provengono da varie specie vegetali e animali di origine extraeuropea, frutto del lavoro di agricoltori preistorici che dal Neolitico in poi, da oltre 10.000 anni, hanno selezionato, controllato, gestito, pienamente addomesticato molte centinaia di piante e diverse decine di animali, creando le basi dello sviluppo agricolo dell’intera umanità.
Per fare un esempio sono stati analizzati gli ingredienti della italianissima pizza margherita: farina di frumento, acqua, sale, lievito di birra, olio di oliva, salsa di pomodoro, mozzarella di latte bovino o di bufala; a parte acqua, sale e lievito di birra che sono ad ampia diffusione mondiale; la farina di grano tenero proviene da una pianta erbacea della famiglia delle Poacee dell’Asia Sud-occidentaleche si originò circa 9.000 anni fa grazie alla impollinazione naturale da parte di una Poacea selvatica su spighe di Grano duro coltivato dalle popolazioni del Vicino e Medio Oriente oltre 10.000 anni fa; l’olio di oliva deriva dalla pianta originaria dell’Asia Sud-occidentale, le popolazioni del Vicino Oriente iniziarono la coltivazione degli olivi oltre 7.000 anni fa, la coltura di questa pianta si diffuse in Grecia, circa 5.000 anni fa, e poi nel resto delle coste del bacino del Mar Mediterraneo; la salsa di Pomodoro proviene dalla pianta della famiglia delle Solanacee originaria delle regioni tropicali e subtropicali delle Americhe, le popolazioni native del Sudamerica cominciarono a coltivare il pomodoro oltre 6.000 anni fa, in Europa fu introdotto dagli spagnoli solo nel 1500; la mozzarella sia essa di latte di bufala campana, una razza bovina domestica discendente del bufalo selvatico asiatico allevato da oltre 4.000 anni nelle valli fluviali dell’India, sia di latte bovino, il bue domestico originario delle regioni montuose dell’Asia occidentale, dall’Anatolia al Caucaso, intorno a 10.000 anni fa; il basilico pianta erbacea della famiglia delle Lamiacee originaria delle regioni tropicali e subtropicali dell’India, fu introdotta nel bacino del Mediterraneo circa 2.300 anni fa; la tecnica di cottura di un impasto di farina di cereali e acqua, con o senza aggiunta di sale, ha origini medio-orientali e viene datata ad oltre 14.000 anni fa.
Il mondo mediterraneo è da sempre un crocevia di popoli e di culture fra Africa ed Eurasia. Le migrazioni sono la linfa vitale della nostra storia, siamo tutti figli di migranti.
Le origini dell’uomo sono in Africa, siamo tutti di origine africana. I primi abitanti dell’Inghilterra, dalla ricostruzione basata sul Dna dei reperti dell’Uomo di Cheddar rinvenuti in Gran Bretagna, erano di carnagione scura, capelli ricci e neri come i popoli del sud del Sahara ma con gli occhi chiari. L’italiano è più vicino al siriano che al britannico.
Per 200 mila anni i nostri antenati sono vissuti di sola caccia e raccolta di prodotti spontanei, da 14.000 anni delle attività di agricoltura.
Angelo Barili tornerà di sicuro a Città della Pieve con il suo sapere, è stato chiesto dalla platea e “Il Riccio” e la Biblioteca sono pronti ad organizzare altri incontri.