In occasione della Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale, 29 ottobre, dedicata quest’anno alla riabilitazione, A.L.I.Ce. Umbria di Città della Pieve vuol ancora una volta ricordare l’importanza della prevenzione a partire da corretti stili di vita: una alimentazione varia e bilanciata che metta al primo posto il consumo di frutta, verdura, cereali, legumi, pesce e limiti l’uso di grassi saturi, come quelli di origine animale, di sale e di sostanze alcoliche; una quotidiana, corretta e salutare attività fisica; la capacità di non farsi travolgere da ritmi sempre più incalzanti e stressanti; la capacità di saper dire no al fumo e ad altre sostanze illegali.
Ogni anno si registrano 200.000 nuovi casi di colpiti da ictus: uomini, donne, giovani, anziani. L’ictus è la terza causa di morte e la prima di invalidità permanente in tutti i Paesi occidentali, con una incidenza di due casi su 1.000 all’anno di cui il 75% sopra i 65 anni di età. Questi dati ci inducono ad impegnarci per diminuire il rischio anche con campagne di sensibilizzazione alla popolazione, in particolare ai giovani, ed ai medici di base che sappiano indirizzare i propri pazienti a modelli di vita sempre più salubri.
In caso di insorgenza della malattia fondamentale è saper riconoscere subito, dai sintomi (improvvisa comparsa di disturbi del linguaggio, della vista e\o della sensibilità e\o del movimento o dell’insieme di tutte queste funzioni cerebrali, improvviso e violento mal di testa) un ictus e attivarsi immediatamente; la persona con un sospetto ictus deve ricevere il prima possibile le cure più adatte. Va contattato subito il 118, perché è fondamentale essere trasportati con urgenza all’ospedale più vicino, possibilmente dotato di un centro organizzato per l’emergenza ictus, cioè il Centro Urgenza Ictus o Stroke Unit. In generale, il tempo che passa fra il momento in cui il paziente si accorge di avere qualche problema e il momento in cui arriva in ospedale è troppo lungo per garantirgli un’assistenza efficiente e funzionale. Per ottenere la massima efficacia dai trattamenti è consigliabile arrivare in ospedale al massimo entro 60 minuti; come nelle malattie cardiache, anche un solo minuto può fare la differenza.
I medici della Stroke Unit dell’ospedale di Perugia con la collaborazione dell’ARS (Associazione Ricerca Stroke) stanno promuovendo la campagna di sensibilizzazione RAPIDO: l’acronimo sta per R – Ridi, chi inizia a sentirsi poco bene dovrebbe cercare di sorridere al fine di poter controllare se la bocca è asimmetrica; A – Alza le braccia, chi sta per avere un ictus non riesce ad alzarle entrambe, ma una sola; P – Parla, di solito queste persone hanno un eloquio molto confuso; I – Ictus; D – Domanda aiuto, non bisogna esitare, ma chiamare immediatamente il 118 spiegando i propri sintomi; O – Orario, è fondamentale prendere nota del momento durante il quale si hanno le prime avvisaglie della sintomatologia, riuscire a intervenire entro le prime 4-6 ore significa ridurre il rischio morte e disabilità.
Purtroppo le Stroke Unit sono meno di quanto sarebbe necessario. Quindi ancora una volta la prevenzione è l’aspetto più rilevante; è vero che alcuni fattori di rischio non sono modificabili come il sesso maschile, la familiarità e l’età avanzata, ma la gran parte lo sono come l’abitudine al fumo, l’ipertensione arteriosa, la colesterolemia totale con valori elevati e contemporaneamente il colesterolo HDL troppo basso, la presenza di diabete non correttamente gestito. Anche i fattori non modificabili possono comunque essere modulati attraverso l’adozione di stili di vita salutari fin dalla giovane età.
Intervenire sui fattori di rischio attraverso lo stile di vita corretto e, se prescritti dal medico, aggiungendo alcuni farmaci, è il modo migliore per mettersi al riparo dall’ictus.
Queste indicazioni sono utili non solo per prevenire l’ictus, ma tutte le patologie cronico-degenerative, dall’infarto del miocardio, al diabete, ai tumori, alla malattia cronica renale.