Il Presidio del Volontariato “Insieme si può” dell’I.I.S. “Italo Calvino” di Città della Pieve invita all’incontro “Solidali con l’Africa” che si terrà martedì 20 dicembre 2016 alla Sala delle Muse di Palazzo Corgna alle ore 14.30. Interverranno: Ortoudo Bermo per Progetto “ABBANAI – dare a chi è senza – Un futuro per il popolo Wodaabe” – Niger a cui sono state donate in comodato d’uso 7 capre; Guido Monacelli per Progetto “Mucche in comodato d’uso” – solidarietà in Etiopia a cui è stata donata 1 mucca. Capre e mucca sono state acquistate con la vendita, da parte dei ragazzi del Presidio del Volontariato, delle matite della Solidarietà.
In Niger il Progetto, a cui hanno aderito gli studenti del “Calvino”, è stato realizzato dal Gruppo di Solidarietà Internazionale composto da Comune di Perugia, Regione dell’Umbria, Associazione Assolint, Circolo Culturale “primomaggio”, Cooperativa sociale Asad, Kaouritel – partner estero – associazione umanitaria con sede a Niamey, capitale del Niger, ed ha come obiettivo l’acquisto di animali, per i WoDaaBe, piccolo popolo di pastori nomadi a cui, a causa dei cambiamenti climatici, sono morte le mandrie di bovini che avevano. La scelta su quali animali comperare tra dromedari, capre, asini è caduta sulle capre in quanto: estremamente resistenti a quelle condizioni climatiche, producono latte buono per l’alimentazione, si riproducono velocemente, non hanno particolari esigenze alimentari, il loro costo è inferiore ai dromedari ed agli asini, è possibile dare ad ogni famiglia più capre femmine per il latte ed un maschio per la riproduzione. L’impegno per questo popolo risale al 2005 ed ha già portato alla realizzazione di un pozzo d’acqua e di una piccola scuola. Ortoudo Bermo, rappresentante dei Wodaabe è anche membro dell’Assemblea nazionale del Niger.
Il Progetto “Mucche in comodato d’uso”, è un’iniziativa di solidarietà in Etiopia e prevede l’assegnazione di mucche a famiglie in difficoltà. Il progetto è il frutto di una forte sinergia fra le associazioni “In missione con noi” di Bologna e “Centro Studi Nutrizione Umana” di Gubbio ed ha come referente in Etiopia il dott. Stefano Cenerini e come responsabile padre Labena. La forza del Progetto sta essenzialmente nel non creare dipendenza nei beneficiari e nella regolare supervisione che il responsabile locale esegue nei confronti degli utilizzatori delle mucche, riducendo quindi al minimo gli sprechi, ogni capofamiglia che prende in consegna l’animale si impegna tra l’altro a non maltrattarlo o macellarlo. Anche se nelle città le recenti aperture economiche di stampo occidentale hanno fatto crescere in modo evidente la piccola industria e il settore terziario, l’Etiopia è ancora prevalentemente un paese agricolo. Pertanto, nelle zone rurali il contadino “medio” lavora il suo lotto di terreno, come agricoltura di sussistenza, partendo dalle ordinarie difficoltà naturali: la scarsità di acqua che nella grande maggioranza dei casi è solo piovana, l’assenza di macchinari, le tecniche di coltivazione di una volta. In questo contesto, che per molto tempo a venire non è destinato a subire rapidi mutamenti, la presenza di una mucca è un bene di grande valore. Questa fornisce latte, è adatta al lavoro nei campi, produce letame e può partorire vitellini. L’esperienza di oltre 10 anni di programma, in cui sono stati affidati quasi 500 capi, ha mostrato che una mucca può fare la differenza per una famiglia contadina. A tutto ciò va aggiunto che la formula del comodato d’uso, non della donazione, conferisce dignità al beneficiario, che non si pone nella posizione di mendicare. I criteri con i quali vengono scelte le persone sono i seguenti: vedove, donne con orfani, donne con bambini handicappati, famiglie molto numerose, famiglie che vivono in zone molto isolate, a patto ovviamente che siano prive di mucche.