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ICTUS Un disturbo in crescente e preoccupante aumento

Pubblicato da il 19 Maggio 2018

 A fronte di un costante e preoccupante aumento di casi di ICTUS si registra una insensibilità e disattenzione da parte delle istituzioni competenti, non solo in Umbria ma anche su tutto il territorio nazionale. Essendo l’”ictus cerebrale” (stroke in inglese) la terza causa di mortalità e la principale causa di disabilità nel mondo occidentale c’è, o ci sarebbe, veramente da preoccuparsi. La malattia è in continuo e crescente aumento: attualmente, con l’accrescimento dell’età media e di alcuni “vizi” umani (fumo, alcol, stili di vita non corretti), l’ICTUS (cerebrale) colpisce una persona su 6, ma tra pochissimi anni potrebbe scendere e quindi salire di frequenza a una persona su 4.

Si parla di una malattia che, se presa in tempo dopo i primi sintomi, può essere combattuta e vinta. “Presa in tempo” significa un ricovero entro le tre ore e mezzo/quattro e consentire alla “Stroke Unit” di intervenire con la cosiddetta terapia di trombolisi, dopo i primi sintomi: improvvisa difficoltà a muovere uno o più arti, formicolio o perdita di sensibilità a uno o più arti, perdita della vista, difficoltà di linguaggio, vertigini con difficoltà a rimanere in piedi.

Attualmente la struttura del Santa Maria della Misericordia a Perugia, per rimanere in ambito regionale e di Perugia in particolare, dispone di soli 12 “posti letto” a fronte di una media di 10 casi al giorno di ricoveri per sintomi di ICTUS. Posti ovviamente insufficienti per il primo trattamento corretto e il più delle volte risolutivo. Questa situazione comporta che soltanto il 50% può ricevere ospitalità e cure adeguate e che l’altro 50% dei colpiti da ICTUS viene dirottato in altri reparti o strutture non specifiche e non adeguate alle prime, immediate cure che la malattia richiede.

Se si considera che l’equipe della Stroke Unit del Santa Maria della Misericordia è all’avanguardia non solo a livello “nazionale” ma addirittura europeo e mondiale dovrebbe essere messa in condizione di avere almeno altri “posti letto”, con incremento dunque anche del personale medico e infermieristico dedicato alla riabilitazione, e offrire ai pazienti cure adeguate per la risoluzione dei casi evitando o limitando gli ingenti costi per la riabilitazione e per sollevare anche A.L.I.Ce.(Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) che, con numerosi volontari e professionalità specifiche si interessa della riabilitazione di quanti sono stati colpiti da ICTUS.

I medici della Stroke Unit del S.M.della Misericordia hanno creato l’acronimo R.A.P.I.DO. Per riconoscere i disturbi dell’ICTUS e chiamare tempestivamente il 118. Per esteso l’acronimo significa: R= Ridi: chiedi alla persona di sorridere. La bocca è asimmetrica? A= Alza le braccia: chiedi alla persona di alzare le braccia. Riesce a sollevarle entrambe? P= Parla: chiedi alla persona di parlare. Ci riesce? E’ comprensibile quello che dice? I= ICTUS. DO= Domanda aiuto: chiama il 118! Controlla l’ora per riferire quando sono cominciati i disturbi.

Ogni anno in Umbria si verificano circa 2000 nuovi casi e, ovviamente, siamo lontani, molto più della distanza chilometrica, dai paesi del nord Europa dove le strutture dispongono già da anni di autoambulanze dotate di attrezzature specifiche per intervenire già durante il trasporto in ospedale del paziente colpito da sintomi di ICTUS.

 

14.5.18

gino goti

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