Per la Giornata Mondiale contro l’Ictus cerebrale che, a Città della Pieve, avrà luogo sabato 16 novembre, la popolazione è invitata, dalle ore 9.00 alle ore 12.00, presso la Sala del Concerto a Palazzo Corgna, dove infermieri volontari dell’Associazione effettueranno misurazioni gratuite di pressione con rilevazione della fibrillazione atriale, colesterolo, glicemia, trigliceridi e ossimetria. Per consigli e chiarimenti sarà possibile dialogare con la dottoressa Antonella Paolini, medico di base, che ha dato la propria volontaria disponibilità. Saranno distribuite gratuitamente brochure e pieghevoli informativi con consigli per evitare l’insorgere dell’Ictus, per riconoscere immediatamente i sintomi del suo insorgere, per migliorare la vita dei colpiti da questa malattia e dei propri familiari.
La prevenzione è uno degli aspetti fondamentali di A.L.I.Ce. che favorisce con screening, convegni,campagne informative.
L’ictus cerebrale è una malattia grave e disabilitante, che ogni anno nel mondo colpisce circa 15 milioni di persone rappresentando la terza causa di morte, la prima di invalidità e la seconda di demenza; nel nostro Paese sono circa 150.000 i soggetti colpiti e quelli che sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione. Fondamentale per la prevenzione è l’adeguata consapevolezza da parte dei cittadini dei fattori di rischio che aumentano la possibilità di incorrere in un ictus: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo, sedentarietà ed alcune anomalie cardiache e vascolari. Le nuove terapie della fase acuta possono evitare del tutto o migliorare spesso in modo sorprendente gli esiti, ma la loro applicazione rimane a tutt’oggi molto limitata per una serie di motivi. I principali sono rappresentati dalla scarsa consapevolezza dei sintomi da parte della popolazione, dal conseguente ritardo con cui si chiama il 112 e quindi l’arriva negli ospedali idonei, dalla perdita di tempo intra-ospedaliera e, infine, dalla mancanza di reti ospedaliere appropriatamente organizzate.
Anche quest’anno il tema scelto dalla Organizzazione Mondiale dell’Ictus Cerebrale e fatto proprio dall’Associazione A.L.I.Ce. Italia Onlus per celebrare la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale che, come ogni anno, ricorre il 29 ottobre, è “Una vita dopo l’ictus è possibile”. Lo scopo è incoraggiare le persone colpite e i loro familiari a non arrendersi, ad affrontare anche la delicata fase del post ictus senza demoralizzarsi e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.
Tra le conseguenze maggiormente disabilitanti, che hanno un impatto devastante sulle attività della vita quotidiana, sull’autonomia, sulle relazioni e, in una parola, sulla qualità della vita delle persone colpite, dei loro familiari e dei caregiver c’è sicuramente l’afasia, un disturbo del linguaggio causato da lesioni in particolari aree della corteccia cerebrale dell’emisfero dominante, prevalentemente il sinistro, sede appunto della funzione del linguaggio. Alcune persone afasiche hanno difficoltà quando devono esprimersi verbalmente mentre può essere intatta la capacità di comprendere il linguaggio; altri, invece, manifestano difficoltà quando si tratta di comprendere quello che gli viene detto. La gravità, ovviamente, è estremamente variabile e dipende dalla sede e dalla dimensione del danno cerebrale.
Per la persona con afasia può essere difficile riuscire a seguire discorsi veloci, trovare le parole adatte da dire o comprendere frasi molto lunghe e complesse. Chi si trova a vivere con una persona afasica deve, innanzitutto, capire che convivere con un disturbo così grave può determinare cambiamenti di umore anche importanti e repentini e, quindi, sarebbe opportuno avere un atteggiamento rassicurante e positivo. La difficoltà di linguaggio non va interpretata come “rifiuto di parlare”: la persona afasica comunica come e quando può, riuscendo un attimo prima a dire una parola, ma subito dopo potrebbe manifestare difficoltà nel comunicare efficacemente il proprio pensiero.
Fondamentale l’approccio riabilitativo che, oggi, è centrato non solo sul paziente ma anche sulla comunità circostante, prima di tutto la famiglia, che deve avvicinarsi a nuove modalità di comunicazione. La durata del trattamento è variabile, sicuramente il lavoro più intenso, che porta i risultati maggiori, è quello che viene svolto nell’arco dei primi 12 mesi. Dopo questo primo periodo, il lavoro si concentra principalmente su quella che può essere definita “riabilitazione sociale”, meno legata dunque all’ospedale, con un percorso di adattamento costante.
A.L.I.Ce. di Città della Pieve, ha attivato, ormai da anni, presso la propria sede all’interno della Casa della Salute, un servizio di logopedia utile a migliorare le prestazioni verbali dei soggetti colpiti da ictus.
Altra rilevante conseguenza la difficoltà di movimento, anche in questo caso, dopo la terapia di rito che segue l’insorgere della problematica, il soggetto è solo con la propria famiglia ad affrontare le innumerevoli difficoltà, A.L.I.Ce. di Città della Pieve ha attivato, da numerosi anni, un servizio di attività motoria in grado di venire incontro alle esigenze personali e di favorire la vita sociale, elemento fondamentale al miglioramento della propria condizione.
Ad A.L.I.Ce. puoi trovare anche una valida consulenza psicologica.
Per informazioni rivolgersi alla sede o chiamare il numero 0578 297091 dal lunedì al sabato dalle ore 10.30 alle 11.30 o inviare una mail ad aliceumbriapieve@tiscali it.