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Piacevoli momenti comunitari e spunti per interessanti riflessioni dalle tre “giornate” volute dal “Riccio”

Pubblicato da il 26 Novembre 2021

Grande interesse intorno alle manifestazioni delle tre giornate per la Festa dell’Albero, organizzate dal Gruppo Ecologista “Il Riccio” con il patrocinio del Comune di Città della Pieve e la collaborazione di numerose Istituzioni, Enti e Associazioni. 

Il pomeriggio del 20 novembre al Palusse con la visita alle serre e al giardino, guidati dall’esperto del “Riccio”, responsabile del Laboratorio “Cura del Verde”, e da alcuni corsisti,  ha visto la partecipazione e l’interazione di un pubblico attento e interessato, in uno scenario incantevole dal punto divista ambientale e panoramico ma anche da quello emozionale. È stato altresì possibile visitare il piano terra del Castelluccio Palusse apprezzare gli affreschi restaurati, opera dei Maestri Marroni, Antonio e Mario Marco, come pure il suo arredo di altri tempi. Il Castelluccio fu infatti fatto costruire da Vittoria Guerrieri, figlia illegittima di Vittorio Emanuele II e della Bella Rosina, per sé e per il suo amante Paolo de Simone, da qui Palusse quale diminutivo di Paolo, che ha lasciato a Città della Pieve le sue importanti collezioni  naturalistiche conservate al Museo di Storia Naturale e del Territorio di Palazzo Corgna, gestito dai volontari del Gruppo Ecologista “Il Riccio”. Una collaborazione quella tra “Il Riccio”, la Cooperativa “Frontiera Lavoro” e l’Unione dei Comuni del Trasimeno, a cui ultimamente si è aggiunto il Relais Castelluccio Palusse, che va avanti da anni.  Da quest’anno infatti la sede del Laboratorio di  Orientamento del SAL del Trasimeno per l’osservazione e la validazione delle competenze dei giovani del territorio è proprio il Castelluccio, in particolare le sue serre e i suoi giardini.

La mattina del 21 a Po’ Bandino, la passeggiata ecologica e i giochi didattici naturalmente a tema ambientale, in virtù anche della collaborazione con il circolo Arci Scubidù, la TSA e  GeaEnergyTrekking, hanno visto la partecipazione di numerosi giovani tra cui quelli del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze. Vari i sacchi, soprattutto plastica, raccolti in tutta sicurezza grazie all’aiuto delle pinze prenditutto. L’attività didattica è stata funzionale a rafforzare le conoscenze sull’ambiente e sul suo rispetto, sui corretti stili di vita e sulla consapevolezza che, a volte, bastano poche regole per fare una grande differenza.

La mattinata del 22, vera e propria Giornata dedicata all’Albero, ha preso il via a Città della Pieve, dove al “Riccio” ed al Comprensivo “Pietro Vannucci” si sono aggiunti il Comune nella persona del Sindaco e non solo, i Carabinieri Forestali e non, il parroco. I volontari del “Riccio” si sono poi spostati nelle frazioni Moiano, Po’ Bandino e Ponticelli, dove per volere del C.C.R.R. sono state messe a dimora, con l’aiuto e il pieno coinvolgimento di alunni curiosi e festanti, tre melograni, i cui frutti oltre ad essere simbolo di fertilità e di futuro, sono ricchissimi di proprietà utili alla salute.

Riflessioni varie e profonde per bambini ed adulti quelle sviluppatesi intorno all’albero sia a Città della Pieve sia nelle tre frazioni.

Tutti gli interventi hanno posto l’accento, anche se con tagli diversi, sull’importanza degli alberi e sulle difficoltà che il mondo sta affrontando oggi a partire dai cambiamenti climatici.

La Dirigente scolastica che ha aperto l’incontro, tenutosi alla Sala Sant’Agostino per il rischio pioggia, ha sottolineato il lavoro dell’Istituto da lei diretto sul fronte ambientale, la collaborazione con il “Riccio”, il ruolo della scuola e del C.C.R.R che da anni è uno dei motori dell’impegno del Comprensivo anche sul fronte ecologistico.

L’intervento del Sindaco ha portato l’attenzione  sulla Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima tenutasi pochi giorni fa a  Glasgow e sull’assenza di contromisure incisive a livello internazionale riguardo alla riduzione delle emissioni di gas serra, causa, quest’ultimo, di innumerevoli e disastrosi problemi ambientali. Ha  tenuto poi a precisare come anche con piccoli gesti personali e locali si  può incidere sui cambiamenti climatici.

I carabinieri Forestali hanno quindi presentato, ad una attenta platea di studenti, il progetto triennale “Un albero per il Futuro” consistente in percorsi che hanno il compito di portare le classi  all’acquisizione dei valori del rispetto dell’ambiente e del ruolo che ognuno di noi ha per la salvaguardia della natura. Percorsi che partono dal mettere a dimora alberi autoctoni per contribuire alla formazione del grande bosco diffuso della legalità, una rivoluzione verde, cui il “Vannucci” ha aderito. Bosco della legalità perché il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, in collaborazione con la Fondazione Falcone, ha avviato le procedure per la duplicazione e distribuzione dell’Albero di Falcone, un albero simbolo dell’impegno verso lo Stato e la lotta alle mafie: l’Albero del giudice Giovanni Falcone, appunto, che cresce, a Palermo, nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia.  Piccole piante di Falcone da donare alle scuole che ne faranno richiesta. Alberi che contribuiranno a formare il “Grande bosco diffuso”, visibile su un’apposita piattaforma web dove sarà possibile monitorarne la crescita e lo stoccaggio di anidride carbonica. La presenza dell’Albero di Falcone concorrerà a sensibilizzare i ragazzi sul tema dell’impegno sociale ma anche sull’importanza della salvaguardia ambientale. Un progetto che ha lo scopo di combattere i crimini ambientali con l’Arma dell’educazione alla legalità e con il coinvolgimento delle scuole. 

Il Presidente de “Il Riccio” nel suo intervento introduce il concetto della sacralità dell’albero, elemento che accumunava molti popoli antichi, albero come fonte di vita per gli altri esseri viventi. Piantare un albero è un piccolo gesto che diventa fondamentale per la salvaguardia del futuro. Il Vicepresidente invece punta il dito sulla  grande problematica dei cambiamenti climatici di cui l’uomo è responsabile, a partire dagli ultimi duecento anni con la rivoluzione industriale e l’uso sempre maggiore di macchine e di energia, e in particolare negli ultimi cento e ancor di più da cinquant’anni in qua, con il massiccio aumento dell’agricoltura industriale e dell’allevamento. Pratiche che hanno riversato e riversano nell’atmosfera enormi quantità di gas ad effetto serra (anidride carbonica, ossidi di azoto, metano ed altri), per cui le temperature medie sono in continuo aumento. Ricorda poi come, da qualche anno, oltre agli allarmi inascoltati degli scienziati che studiano i fenomeni connessi: scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, eventi meteorologici estremi, una giovanissima ragazza svedese, Greta Thumberg ha dato inizio ad un movimento mondiale che rivendica un futuro possibile e sostenibile per le generazioni a venire.  Il movimento, Friday for Future, organizza infatti manifestazioni per sollecitare la politica di tutto il mondo a prendere seri provvedimenti che vadano oltre le solite chiacchiere che lasciano che tutto continui come e peggio di prima, in nome di uno “sviluppo” scellerato. Contemporaneamente un grande scienziato italiano, Stefano Mancuso, a capo del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) con sede a Firenze e in Giappone, sostiene che per contrastare efficacemente l’aumento delle temperature medie annuali e quindi i cambiamenti climatici, si dovrebbero piantare in tutto il mondo mille miliardi di alberi, per assorbire come è noto, attraverso la fotosintesi clorofilliana, l’anidride carbonica con emissione di ossigeno. Questo è il grande regalo che ci offrono le piante verdi, mentre invece si  continua a disboscare in tutto il mondo per far avanzare le città, il cemento, l’agricoltura intensiva e l’allevamento industriale, con consumi di carne e pesce eccessivi, nocivi anche alla salute. La quota, in proporzione, di alberi da piantare in Italia sarebbe di circa due miliardi, cosa fattibile, utilizzando campi abbandonati e modificando l’insensata gestione dei boschi per il taglio della legna da ardere e da costruzione. Per questo e per tanti altri motivi la tradizionale festa dell’albero che fin da tempi antichi viene celebrata in varie parti del mondo, attualmente è particolarmente importante. Ricorda inoltre che il Gruppo Ecologista “Il Riccio”, a partire dal 2015, in collaborazione con il Comune di Città della Pieve, con le scuole del territorio e, dalla sua costituzione, con il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, ha attivato il progetto del Giardino dei frutti “riTROVAti”, ispirandosi alle “Food Forest” le foreste alimentari. Un laboratorio didattico dove sono stati già piantati più di trenta alberi da frutta che oltre a contribuire alla riduzione dell’anidride carbonica, sono fonte di cibo e di conoscenza di specie di frutti meno noti, pur importanti per le qualità nutrizionali, preventive e curative di molte malattie.

L’intervento di Don Samy, prima della benedizione delle nove piante da mettere a dimora, parte dalla Bibbia dove l’albero è un elemento simbolico che ricorre fin dai suoi inizi, a partire dal libro della Genesi, dove si narra come la primigenia creazione divina prevedesse un “giardino” rigoglioso, pieno di alberi e piante di ogni specie, che l’uomo era chiamato a custodire e coltivare. Il profeta Geremia mette poi in luce il significato simbolico dell’albero nella spiritualità biblica: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti” (Ger 17, 7-9). Da questo breve testo si evince come l’albero sia metafora dell’uomo stesso: è una creatura duplice, che pone le sue radici nel concreto terreno, ma estende la sua chioma fino al cielo, esattamente come l’uomo, fatto di carne e materia, il quale tuttavia con la propria cultura ed intelligenza si eleva fino al regno dello spirito. L’albero è inoltre segno di bellezza: in esso emerge la cura che Dio ha posto nella realizzazione del creato: ogni albero, come ogni uomo, manifesta che tutta la creazione, agli occhi di Dio, è “cosa molto buona”, perciò va rispettata e curata. L’albero, infine, possiede la preziosa proprietà di non esistere per se stesso: esso produce frutto, alla sua ombra ci si può riposare, la sua presenza rigenera l’ambiente circostante; nel medesimo modo l’uomo realizza se stesso non quando vive in modo egoistico, ma soltanto se ha cura delle persone che lo circondano, e in generale del mondo che gli è stato donato.

Gli intervenuti si sono poi spostati al parcheggio sotto il liceo per piantare, con l’aiuto degli alunni, il leccio e il cerro del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità e quindi al sottostante “Giardino dei Frutti riTROVAti”  per mettere a dimora due melograni selezionati e il giuggiolo del C.C.R.R. oltre al nespolo del Giappone de “Il Riccio”.

I volontari del gruppo Ecologista hanno quindi raggiunto le tre frazioni per piantare i restanti melograni.

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