Oratorio di Santa Maria dei Bianchi
Orario visite:
dal giovedì alla domenica dalle 10.00-12.00 / 15.00-17.00
All’inizio del 1504, il Sindaco dei Disciplinati della Vergine, chiamati Bianchi per il colore delle vesti, consultò Pietro Vannucci, il Perugino, per la decorazione dell’altare del loro Oratorio.
La richiesta iniziale è andata perduta insieme all’archivio della Fraternita, ma fortunosamente si è conservata la risposta autografa del pittore, che fu scoperta nel 1835 all’interno di un tubo di latta sotterrato ai piedi della parete.
il 20 febbraio 1504, Pietro scriveva da Perugia che il costo effettivo del lavoro richiesto ammontava a 200 fiorini, ma “chome paisano”, era disposto a contentarsi della metà della somma, un quarto subito e il resto in tre rate annuali.
Evidentemente i confratri non disponevano nemmeno di questa somma e cercarono di trattare sul prezzo.
Il 1° marzo Pietro inviò una seconda lettera da Perugia, nella quale accordava un ulteriore ribasso di 25 fiorini, purchè gli fosse inviata subito una mula per spostarsi a Castel della Pieve e cominciare a dipingere.
La trattativa giunse ad una rapida soluzione, come risulta dalla data 1504 che si legge al centro del prato ai piedi del gruppo divino.
Nondimeno i confratelli si trovarono in difficoltà nel rispettare la scadenza delle rate. Tre anni più tardi, il 29 marzo 1507, Pietro accettò in cambio del saldo finale di 25 fiorini, la proprietà di una casa in borgo, che era stata donata alla fraternita dal defunto Mariano di Giovanni Cenci con la clausola che fosse utilizzata “in adornamento ac pitturas” da eseguirsi nelle case dei Disciplinati.
Benchè condotto in gran fretta, il lavoro è interamente autografo – nella lettera del 1° marzo 1504 non si fa cenno al coinvolgimento di eventuali aiuti – e inaugura la maniera “impressionista” dell’ultimo Pietro, caratterizzata da un’estrema parsimonia di mezzi e dalla predilezione per tinte chiarissime che ottengono l’effetto di un pastello.