Sabato 21 settembre 2013, presso la sala Sant’Agostino di Città della Pieve, gli studenti delle classi quarte e quinte dell’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e delle classi terminali del Liceo, hanno partecipato all’iniziativa “In campo per rivivere”, un evento volto alla sensibilizzazione dei giovani alla donazione. Questa manifestazione, organizzata dall’A.P.S. Nazionale di Calcio Trapiantati, con la collaborazione di A.V.I.S., A.L.I.Ce., Comitato “Daniele Chianelli” e della Amministrazione Comunale di Città della Pieve, ha reso possibile un’importante divulgazione di informazioni e notizie riguardanti il mondo delle donazioni: sangue, midollo, organi, cordone ombelicale. Al convegno sono intervenuti alcuni medici dell’Ospedale Regionale di Perugia e dell’Istituto di Ematologia dell’Università di Perugia ed esponenti della Nazionale di Calcio Trapiantati. La manifestazione è proseguita nel pomeriggio nel campo sportivo di Città della Pieve dove si è giocata la partita tra la squadra Nazionale di Trapiantati, la Rappresentativa medici/infermieri dell’Ospedale e Vecchie Glorie USD Pievese.
Tornando alla conferenza della mattina, siamo convinti che toccare questioni interessanti e argomenti delicati quali quelli sulla donazione ad una platea di possibili futuri donatori, sia un’azione giusta e sicuramente proficua. Gli studenti infatti informati sugli aspetti tecnici e morali e messi a conoscenza di esperienze personali da parte dei trapiantati e dei donatori, possono capire meglio il senso del piccolo ma grande gesto della donazione. Esperienze come questa spingono a riflettere ed a pensare che ciò che è successo ad altri può accadere anche a noi … ed allora siamo portati a chiederci: cosa faremmo se ci dicessero che una parte del nostro corpo non funziona più e deve essere cambiata? Cosa penseremmo se l’unica speranza di sopravvivere fosse nelle mani di chi può scegliere se donare o meno il proprio sangue, il midollo, il cordone ombelicale, gli organi in caso di morte? Ed è allora che ci scopriamo poco altruisti e …. magari decidiamo di diventare donatori. Il momento sicuramente più appassionante ed emozionante, delle due ore trascorse soprattutto ad ascoltare quanto sia fondamentale ed importante il culto della donazione, a conoscere il “rito della donazione” in termini anche tecnico-scientifici e molti altri aspetti dell’argomento, è stato l’intervento del ragazzo trapiantato di fegato. Federico, è salito sul palco ed ha iniziato a raccontare la sua storia. Era un promettente nuotatore ma a 18 anni gli hanno diagnosticato una malattia al fegato. Di lì a poco la brutta notizia che nelle sue condizioni non avrebbe vissuto a lungo, poteva morire da un momento all’altro; fortunatamente si trovò un fegato compatibile e venne operato, gli furono necessarie 20 sacche di sangue, quindi un grazie va anche a questi donatori. Doni inaspettati. Oggi sta bene dopo un anno ha ripreso a nuotare; due anni dopo è volato in Canada per partecipare ai campionati mondiali per trapiantati; porta al collo varie medaglie vinte: 3 ori, 1 argento,1 bronzo. Ha formato una famiglia e vive serenamente. Questo per sottolineare l’importanza delle donazioni. Grazie al piccolo grandissimo contributo che danno i donatori ogni giorno si salvano milioni e milioni di vite umane; è bene ricordare sempre che spesso i pazienti non possono aspettare. Del racconto di Federico, oltre naturalmente alla storia, ci ha colpito in particolare il suo modo di utilizzare le parole, giocare con i toni di voce, ironizzare sul proprio corpo, interagire con i presenti, scherzare su cose serie, sdrammatizzare tristi ed emozionanti verità, far sembrare il male, che grazie alla donazione aveva potuto vincere, una cosa semplice da combattere, considerare il passato come un vecchio ricordo, ora che è tornato a vivere nel vero senso della parola. Grazie alla solidarietà dei donatori lui era lì a raccontare la sua esperienza in maniera così energica e vitale che sembrava non avere solo lo scopo di arrivare dritto ai nostri cuori e di toccare le corde delle nostre emozioni, ma dimostrare, in qualche modo, alle persone che gli avevano salvato la vita che erano dentro di lui, con lui sempre e comunque. Questo è un messaggio veramente profondo, una testimonianza di chi sta dall’altra parte …. ed ha tenuto a precisare che colui che dona può scegliere se farlo o meno, chi deve essere trapiantato non lo sceglie e non può obbligare nessuno a donare per lui. Questo ci fa capire che dobbiamo donare finché siamo nelle condizioni di farlo, quello che per noi è un semplice gesto per chi riceve spesso è questione di vita o di morte. Dobbiamo comunque ricordare che chi dona aiuta chi soffre ma spesso modifica anche il proprio stile di vita, i donatori infatti si sottopongono a controlli periodici per monitorare il proprio stato di salute. Bisogna tenere conto del proprio corpo e mantenerlo sano è un dovere per sé e per gli altri. L’ignoranza è la peggiore delle malattie, non sapere o meglio far finta di non sapere. La pubblicità progresso dovrebbe insistere sulle donazioni, spot sulle varie tipologie di donazione dovrebbero avere cadenza giornaliera per favorirne l’aumento. Bisogna dare spazio alle cose che contano. Donare organi potrebbe voler dire tra l’altro arrestare lo sconcertante traffico dei trapianti.
Per donare basta essere maggiorenni e in buona salute. Iscriviti all’A.V.I.S., all’A.D.M.O., all’A.I.D.O., dona il cordone ombelicale al momento del parto; spingi parenti, amici, conoscenti a fare altrettanto.
Rachele Tiribocchi, Gianluca Ponziani, Marco Biribò