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Malawi …. il cuore caldo dell’Africa – Umbria …. il cuore verde d’Italia

Pubblicato da il 21 Marzo 2015

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Il titolo è parte di una slide con la quale  il dott. Paolo Angori, volontario di “Amici del Malawi”, ha concluso il suo intervento di fronte agli studenti delle classi quinte dell’Istituto di Istruzione Superiore “Italo Calvino” di Città della Pieve. Il Malawi, come molti altri paesi africani ed asiatici sfruttati dagli europei per secoli, è in gravi difficoltà sociali ed economiche. Un paese con una bassissima prospettiva di vita, la media si attesta intorno ai  37 anni. Un paese devastato dall’AIDS, un milione e mezzo di bambini nascono con questa malattia. A ciò si aggiungono le molte epidemie, legate alla cattive condizioni igieniche, che uccidono come mosche soprattutto i bambini.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di un’altissima percentuale di infezioni da AIDS ed una altrettanto altissima mortalità dei giovani; in Malawi si contano più di due milioni di orfani. Il controllo al momento del parto diminuisce le morti e per questo l’Associazione “Amici del Malawi” ha fatto molto con la costruzione di ospedali, di poliambulatori e con campagne informative,  il dott. Angori ricorda che moriva di parto una donna su tre. Oggi le donne arrivano al controllo appena si rendono conto di essere in gravidanza, ciò permette di verificare l’eventuale presenza di AIDS e di procedere alla sua cura. Nella clinica ginecologica, in breve tempo sono nati 3.500 bambini. Per migliorare la vita dei piccoli e sviluppare  la diffusione della cultura sono stati costruiti orfanotrofi, scuole, numerose quelle  per l’infanzia, scuole professionali per sarte, falegnami, agricoltori, edili. Ultimando il suo intervento il dottore assicura che cè più gioia nel dare che nel ricevere ed invita a provare per credere. Basta poco per aiutare gli altri, aggiungiamo noi, per far arrivare il nostro contributo è sufficiente eliminare spese superflue o addirittura “malsane” quali quelle per il fumo, l’alcool, il cibo spazzatura. Chiediamo a tutti voi una riflessione in merito.

 

                                                                                                                        Melissa Fuccello

 

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